giovedì 28 gennaio 2010

Wolfgang Amadeus Mozart,
Trio «dei birilli» K. 498

Francamente perchè il benemerito Pestelli abbia inserito questo Trio dei birilli tra gli immortali, mi resta oscuro. E' tutto il giorno che lo ascolto, più attentamente e meno attentamente: certo per essere Mozart è Mozart, con l'eleganza e la leggerezza tipiche di certa sua musica da camera, scritta per gioco o meglio per far giocare i nobili, amanti di musica e musicisti dilettanti. Però da qui ad accostarlo alla Quinta di Beethoven... Ad ogni modo, ho deciso di ascoltarmi tutti e 214 i capolavori indicati da Pestelli e così farò; anche oggi ho fatto la mia parte.

L'edizione che sto ascoltando, comprata stamattina su ibs, è un'incisione Deutsche Grammophone (penso degli anni '70, almeno a dire dagli abiti degli interpreti in copertina): Gidon Kremer, Kim Kashkashian, Valery Afanassiev. Garbati, delicati ma frizzanti quando necessario, pieni di buon gusto insomma, niente da eccepire.

Dice il buon Pestelli con la consueta penna felice: "...questa musica è tutta percorsa da una corrente di domande e risposte, di commenti e sottolineature, che nella sua trama elementare, evoca tutta la vita del linguaggio musicale, con le sue profondità e le sue sapienti frivolezze." Possiamo aggiungere noi che anche tanta altra musica lo è. E se dovessimo appellarla "immortale" solo per questo...

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