domenica 24 gennaio 2010

Johannes Brahms,
Sinfonia n.1 op.68

Andando avanti in questa impresa mi rendo conto di quanto la mia discoteca casalinga sia nata senza un criterio, sull'onda di esigenze di lavoro o della casualità dell'edicola. Infatti nemmeno questo capolavoro era presente, nonostante fosse una mia vecchissima conoscenza: lo ascoltavo sin da ragazzina da un grande LP, che faceva parte di una collezione di capolavori, quella sì, organica e seria (anzi, forse dovrei recuperarla a casa di mia madre e dotarmi di un piatto per poterla ascoltare). Visto che è domenica ho deciso di concedermi un salto da Ricordi a via del Corso e di scegliere qualcosa anche per i successivi appuntamenti brahmsiani - a Pestelli piace parecchio questo autore, a dire dal numero di sue composizioni che ha inserito tra gli immortali...

Ascolto i Berliner diretti da von Karajan, un'incisione Deutsche Grammophone degli anni Settanta, rimasterizzata che contiene tutte e 4 le sinfonie. Seraficamente terribile, una specie di aquila che vola sugli altopiani. Pestelli suggerisce quella storica di Furtwaengler, di cui in fondo Karajan è l'erede, almeno per queste sinfonie. E ad ogni modo, davvero nulla da dire; solo abbandonarsi alla maestosa grandezza di questa musica, che ti avvolge completamente come un buco nero (e attenzione a non perdersi!).

Anche se la prima esecuzione di questa sinfonia risale al 1876, pare che Brahms cominciasse a lavorare ai primi abbozzi quando aveva 22 anni; perchè tanto tempo per completarla? Forse perchè Brahms, come è stato detto da più parti, sentiva veramente di essere l'erede di Beethoven e di poter continuare a dire una parola di verità dopo la Nona, che sembrava aver messo fine alle possibilità di questo genere musicale. E infatti fu Hans von Bülow, uno dei maggiori direttori d'orchestra della sua epoca, a dire che "il mondo musicale aveva una Decima sinfonia", come riporta Pestelli, intendendo che "la storia della sinfonia riprendeva il suo corso alle stesse quote di quel modello, ma senza imitazioni accademiche."

Nessun commento:

Posta un commento