mercoledì 24 febbraio 2010

Fryderyk Chopin,
24 Preludi op. 28, Ballata n. 1 op. 23,
2 Notturni op. 27, 8 Studi dall'op. 25
214/37-40

Concerto di immortali questa sera all'Auditorio, per un solista d'eccezione, Maurizio Pollini. Devo dire che sono una habitué dei suoi concerti e almeno un paio di volte all'anno lo vado ad ascoltare, principalmente a Roma e a Siena. Stasera ci delizierà con un programma interamente chopiniano: e chi meglio di lui può permetterselo in questo anno del bicentenario?

Tutte queste musiche sono piene di ricordi: la lunga frequentazione con i Preludi e con gli Studi negli anni del Conservatorio, i Notturni, due dei quali portati al Diploma e poi lungamete ascoltati e studiati anche dopo, le Ballate mai affrontate ma sempre ascoltate con ammirazione. Chopin è nel cuore dei pianisti l'essenza stessa del proprio strumento e non si finisce mai di scoprirlo e di interpretarlo. Lo si ritrova dopo ogni viaggio verso altri lidi sonori, lo si consulta come un diuturno breviario, lo si affronta come una scalata alpina, fatica e gioia immensa.


Eccomi, tornata dal concerto. Eccellente come al solito, sala gremita (anche se devo dire che il pubblico di Santa Cecilia è il più malaticcio che abbia mai incontrato, colpi di tosse in continuazione, ma se siete così malati state a casa e curatevi!) e un presenza d'eccellenza, il Presidente Napolitano, che ha ascoltato tutto il concerto compresi i tre bis (tutti rigorosamente chopiniani: la "Caduta di Varsavia", una mazurca e uno scherzo) accanto a Cagli in brodo di giuggiole. Durante l'intervallo sono andata a salutarlo e stringendogli a lungo la mano gli ho detto quanto fossi contenta di vederlo lì, visto che è una delle poche personalità istituzionali che partecipano ad eventi culturali. Ridendo mi ha risposto: "Sa, sono 60 anni che partecipo..." Altro che i festini con massaggiatrici con cui si divagano altri personaggi...

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