domenica 3 gennaio 2010

Fryderyk Chopin,
Andante spianato e Grande polacca brillante op.22

Primo brano mancante nella mia discoteca casalinga (chissà come mai...). Mi rivolgo con fiducia ad I-Tunes, certa di trovarvi più edizioni e di cavarmela con pochi euro. In effetti ci sono più di una decina di pianisti che si cimentano con il celeberrimo brano: dai mostri sacri Rubinstein e Argerich a più giovani pianisti come Lortie e Biret. Vi insegno un trucco, scoperto a mie spese oggi: quando cercate un brano che, come questo è suddiviso in due track, quei furboni di I-Tunes cercano di metterne uno a pagamento a 99 centesimi e l'altro in omaggio all'album che li contiene, in modo che per completare l'ascolto dovrete spendere 10 euro o più. Vi consiglio di ordinare in ordine alfabetico per interprete la lista che vi offre il motore di ricerca, di verificare bene cosa è a pagamento e cosa in "omaggio" e di scegliere i due brani facendo attenzione che appartengano allo stesso CD (non è superflua questa raccomandazione, potrebbero pubblicare un simpatico "spezzato", sì proprio come i tailleur, con un brano da un'incisione e l'altro da un'altra).

Bene, detto questo, vediamo che cosa sono riuscita a portare a casa con 5 euro: l'Andante di Marta Argerich, Andante e Polacca (ma da due incisioni diverse) di Rubinstein e, finalmente, Andante e Polacca di Louis Lortie da una stessa incisione. A proposito di Lortie, vi segnalo il suo sito (http://www.louislortie.com/): ci sono sezioni dedicate ad alcuni compositori con interessantissimi video che propongono osservazioni su interpretazione e tecnica. Inutile dire che il primo è Chopin (per altro in buona compagnia tra Beethoven, Wagner/Liszt, Mozart, Ravel e Bach).

Per questo brano così intimo e raffinato ho tentato un ascolto estremo: in autobus, cuffie dell'I-Pod nelle orecchie, andando verso il centro in una giornata di mezzo sole. L'effetto è stato incredibile e ha agito sullo spazio e sul tempo, funzionando come una lente d'ingrandimento e un rallentatore e costringendomi a soffermarmi su tutti i particolari dei volti delle persone che erano con me nella vettura, a coglierne l'elasticità dei movimenti, la bellezza, l'armonia. Un'emozione che vi suggerisco di tentare.

Ma veniamo alle incisioni. Se Lortie ti guida attraverso i fruscii di seta e broccato di un elegante salotto parigino, di quelli di vecchia nobiltà in cui la raffinatezza è parte integrante dell'ambiente e non deve essere nè cercata nè ostentata, Rubinstein ti fa entrare in una cattedrale gotica cattolica, con quel tanto di dramma interiore che non travalica i limiti del pudore ma sta per farlo. Non saprei dire se una mi piace più dell'altra (a parte il fatto che le due incisioni diverse non rendono giustizia al genio di Rubinstein e forse non è il modo migliore di ascoltare quello che lui ha da dire riguardo a questo pezzo): come spesso capita per i classici, ogni interprete te ne comunica una possibile lettura e in fondo moltiplica il piacere dell'ascolto.

Pestelli dice che questo brano "non è solo un ritratto di Chopin, è un ritratto del pianista romantico in assoluto, capace di portarsi dietro una folla con la pressione di un accento, l'attesa di un rubato, la grazia di un fraseggio." Condivido. E mi percorre un brivido pensando che la Nona è di meno di dieci anni precedente e che pochi mesi dopo l'unica esecuzione pubblica di questo brano fatta da Chopin , Vincenzo Bellini sarebbe morto e con lui forse tutta un'epoca di "belcanto", di cui questo brano chopiniano è, in tanti momenti, una tra le più riuscite traduzioni pianistiche.

P.S. Ancora una suggestione, questa volta cinematografica. Chi ha visto quel capolavoro che è Il Pianista di Roman Polanski, Palma d'Oro a Cannes 2002, ricorderà che questa è una delle musiche che il protagonista suona alla fine del film, finito l'orrore della guerra. Senza ulteriori parole.

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