martedì 16 marzo 2010

Pëtr Ilič Čajkovskij,
Lo Schiaccianoci
214/44



Dice Pestelli che il miracolo dello Schiaccianoci è "la capacità di guardare le cose, i soldatini, le fate, le danze arabe, il coriandolio del valzer dei fiori, con l'affetto dell'adulto che rinasce nell'animo del fanciullo, nella gemmea curiosità del suo sguardo." Io ne ho fatto la prova domenica scorsa. Mi trovavo a San Pietroburgo e non ho potuto resistere alla tentazione di prenotare un ottimo posto al Teatro Mariinsky, per guardarmi il balletto dal vero e tornare bambina anche io. Che meraviglia la danza dei fiocchi di neve, la regina delle api, la donna serpente che che balla la danza araba, i topolini del primo atto e la grande scena d'insieme finale! Scenografie da sogno e costumi sontuosi, che fanno volare anche le nostre fantasie televisive, ormai addormentate da decenni di lustrini ed effetti speciali posticci.

Se dovessi fare una vera recensione non potrei tacere delle incertezze ritmiche permesse all'orchestra dal direttore Mikhail Agrest, che avranno fatto tirar più di un interiore improperio ai ballerini che agivano sulla scena; e non potrei tacere dell'attacco sottotono del primo atto, quasi che il grammofono avesse bisogno di un giro di manovella in più. Ma per fortuna questo è il mio blog e posso essere anche faziosamente insincera e dire solo quanto tutto lo spettacolo sia stato allegro e sognante, ricco di bellezza e di grazia, di spiritosa fantasia. Che leggerezza sorridente quella di Yelizaveta Cheprasova, prima ballerina interprete di Masha in duo con Anton Korsakov, il Principe schiaccianoci! E che meraviglia le scene coloratissime di Mihail Chemiakin: valevano da sole il prezzo (esorbitante) del biglietto.

Il teatro era pieno, pochissimi turisti stranieri ma forse molti turisti russi; in marzo fa effettivamente troppo freddo per avventurarsi a quelle latitudini se non vi si è perlomeno nati. Ad ogni modo noi siamo sopravvissuti e tornati nella dolce primavera romana sani e salvi. E con un balletto in più negli occhi e nel cuore.

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