lunedì 24 gennaio 2011

Dopo lunga assenza...

Dopo lunga assenza torno alle note su questo blog. L'impresa che mi ero proposta lo scorso anno (completare l'ascolto di tutti Gli immortali pestelliani) non è stata compiuta ma il gioco mi ha regalato comunque tanta bella musica e tanti buoni pensieri.
Quest'anno le regole cambiano. Non più record da raggiungere ma post sulla musica che ascolto, che penso, su cui rifletto, in cui mi imbatto. Con molte note a margine...

Domenica pomeriggio. Torno dopo anni in uno dei luoghi che è stato il contenitore della musica per eccellenza a Roma. Ero curiosa di vedere come fosse diventato e ho tentato la sorte nonostante il programma fosse rischioso: Bach e Haendel, il repertorio più classico e più ascoltato dalle mani dei maestri sommi, quello che si suona se si è dei geni o dei pazzi. Non erano dei geni.
La platea era gremita e il pubblico, che si sciroppava qulla zuppa, era suppongo lo stesso di dieci anni fa. Solo con dieci anni di più. Nel controluce della sala, dal mio posto sul mezzanino vedevo solo fragili capigliature candide o teneramente tinte, cotonate e morbide, sistemate con cura per il concerto della domenica. Chissà quante di quelle teste avevano ancora orecchie valide...
L'immagine dell'abitudine, della vita che scorre sempre uguale a se stessa. I concerti belli adesso li fanno da un'altra parte ma loro continuano ad andare lì, come un tram sul suo binario, come il pendolo che batte le ore, come il vecchio cane che fa la sua passeggiata. Come l'Italia, che non si ribella, non si indigna, non si scuote e non si alza in piedi.
Sono andata via prima della fine.

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