sabato 27 febbraio 2010

Ludwig van Beethoven,
Sinfonia n.3 op.55 Eroica
214/42

Ascolto super-classico oggi con questa Terza che viene giù dalla bacchetta di Toscanini. E' quello che ci vuole in questo sabato di primavera anticipata, sole smagliante e cielo di Roma azzurro fosforescente che sfoggia il vestito buono. Pestelli parla dell'Eroica come della "pietra angolare di tutto il sinfonismo moderno, monumento perenne all'attività e all'energia umana." E ha ragione, definitivamente. Già dall'esordio, quegli scoppi di accordi che ti mettono sull'attenti, si capisce che Beethoven fa sul serio, se mai avessimo avuto qualche dubbio.

E' noto come questa sinfonia, scritta tra il 1802 e il 1804, fosse dedicata a Napoleone, il grande uomo che sconvolgeva l'Europa e i suoi stanchi regnanti, creando un ordine nuovo. Di lì a poco tutto sarebbe crollato come un castello di carte e ne ebbe sentore di marcio anche Beethoven, già nel dicembre del 1804, quando Napoleone si farà incoronare imperatore. Disgustato, decise di intitolare la Sinfonia "al sovvenire d'un grand'uomo" senza più menzionarlo. Napoleone non deluse solo Beethoven ma anche il nostro Foscolo che dopo Campoformio, anno 1797, si era accorto di che pasta fosse la libertà portata dal Generale: merce di scambio con il più forte, l'Austria in quel caso. Possiamo immaginare la loro delusione, simile a quella di tanti che sperano nei grandi uomini, gli uomini del "fare", gli uomini che salvano e risolvono, per poi ritrovarsi nelle mani di dittatorelli che fanno soprattutto ciò che a loro fa comodo, a danno - occorre dirlo? - di chi in loro aveva scioccamente riposto fiducia. Tant'è e la storia, che ormai non studia più nessuno, pare non insegnare veamente niente agli uomini...

Ad ogni modo, Napoleone o no, questa Sinfonia è proprio bella e noi ce la godiamo con i suoi temi travolgenti, i suoi squilli di trombe, la Marcia funebre e tutto il resto.

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